IL SENSO
DELLA FOTOGRAFIA
Non è soltanto una scelta fotografica, la vostra; è una scelta di vita, che vi porta a escludere
i contrasti drammatici, i nodi delle contraddizioni, le grandi tensioni della volontà, della passione, dell’avversione.
Così credete di salvarvi dalla follia, ma cadete nella mediocrità, nell’ebetudine.
L’avventura di un fotografo - di Italo Calvino, 1955
Sente di avere in bocca una preghiera breve, vorrebbe raggiungesse il cielo screziato come un filo di incenso. Cammina da ore stringendo convulsa la maniglia della piccola valigia, i passi si scompongono sull’asfalto in cerca di un ordine che non arriva. Alle spalle lascia una stanza spoglia pregna di aria viziata di fumo – serviranno mesi per sentire un respiro nuovo nel petto. Un uomo è rimasto immobile sull’uscio, pare ancora di averlo vicino, dritto e colmo di stupore, come un punto esclamativo. Continua a marciare verso una meta indefinita: chiude appena gli occhi e arriva il dolore rapido all’orlo del cuore, travolge il presente e lo avvinghia in un gorgo nero, sul cui fondo si deposita la parola fine. Sulle palpebre scorrono in asincrono diapositive di un tempo lontano: momenti pieni di una gratitudine senza confini, in cui le cose parevano giuste e pure, divise costantemente per il più grandioso sfibrante salvifico dei numeri – due. Una realtà pulsante ma silenziosa, di insicurezze raccolte da guarire, di malinconie liquide da scacciare. Grosse venature di mistero avvolgono i giorni e le notti, mai uguali gli uni alle altre. L’intreccio dei sogni coi progetti, delle novità con le abitudini, in un vortice feroce e indomabile. Attimi infiniti in cui si affacciava perfino la speranza, impertinente e spettinata, di un futuro a forma di ventre di madre, pronto a spezzarsi a metà e irradiare di luce il mondocon la Vita. Tutto questo – nulla, di tutto questo – sta dietro al suo sguardo e alla sua schiena e alla porta della sua casa, ora che la sua casa è lontana.
Bice.
È una giornata di addio, stride intorno la primavera madida di coincidenze e fatalità: lo smog orla il bordo dei fiori finti sui tavolini dei bar, sospira il postino a cui non viene aperto. La folla la scansa, nervosa di ritardi che si accumulano e di pasti da consumare in un lampo; alcuni gradini di pietra accolgono comprensivi la sua sosta. A ondate colpiscono la memoria settimane intere trascorse a immortalare e immortalarsi, a cercarsi per poiscoprire di essere sempre stati lì: la camera oscura come via di fuga da un universo complesso e denso di imprecisioni, la macchina fotografica un guscio vuoto da riempire di vissuto, il profumo dell’acqua di colonia tutt’uno con la celluloide pungente dei rullini srotolati. I minuti inutili perché privi di eventi memorabili ormai più preziosi di tesori sepolti, impressi sulla pellicola fino a scorporare ogni dimensione. Un tempo breve ma unico, imbronciato qui e lì per minuscoli rimpianti di cui scordarsi presto. E infine il fragore di qualcosa che cade e va in mille pezzi.
Ci sono cose che sembrano ora impossibili: ridere forte, guardare ai dettagli con meraviglia. I morsi di una apatia opaca vorrebbero iniziare a rosicare i lembi più esposti della coscienza...
Ci sono cose che sembrano ora impossibili: ridere forte, guardare ai dettagli con meraviglia. I morsi di una apatia opaca vorrebbero iniziare a rosicare i lembi più esposti della coscienza...
Ma il sole investe le nuvole e solletica alto i rami, carichi di promesse per la nuova stagione in arrivo, e illumina la paziente caparbietà della gemma che spacca la scorza del tronco. Una riga dorata andrà ad aggiustare i cocci, come pelle rappresa attorno alle cicatrici.
- Ma chi è che vuoi far posare? -
- Venite domani e comincerò a farvi delle foto come dico io. -
- Ma di', dove vuoi arrivare? -
L’avventura di un fotografo - di Italo Calvino, 1955
- Venite domani e comincerò a farvi delle foto come dico io. -
- Ma di', dove vuoi arrivare? -
L’avventura di un fotografo - di Italo Calvino, 1955
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L’avventura di un fotografo
di Italo Calvinos
L’avventura di un fotografo è una delle quindici novelle scritte da Italo Calvino e unite nella raccolta Gli amori difficili.
Come vive la fotografia Antonino Paraggi, non-fotografo? E come questo medium può determinare i rapporti col mondo, e in particolare con Bice?