COME NASCE UNA DONNA
Quando la pancia parla molto più della testa, quando le emozioni plasmano
le forme del corpo, quando i passi hanno la forza di cambiare lo spazio e di dettare nuovi ritmi,
quello è il momento in cui nasce una donna.
Non conta né l'età né l'anagrafica, è un improvviso attimo di lucidità, di piena
consapevolezza e quindi di totale libertà.
consapevolezza e quindi di totale libertà.
A me è accaduto da bambina, in un pomeriggio di sole, nel giardino della casa dei nonni. Trascorrevo le giornate correndo, all'aria aperta, amavo cantare e disegnare, toccare le cose, sporcarmi, accumulavo scoperte ed esperienze. Costruivo case tra gli alberi e ipotizzavo mondi ogni giorno nuovi e diversi. Avevo coraggio e sfrontatezza, volevo sbagliare. Passavo il tempo curiosando, imparando, creando e ascoltando. Abbracciavo ogni cosa e facevo del mio corpo l'unico strumento utile e necessario. Un corpo che conoscevo bene e che sentivo esplodere dentro di me. Ricordo quanto desiderassi essere donna, quanto aspettassi il momento di vivere l'esplosione di quell'energia forte che sentivo nella pancia e che credevo mi avrebbe reso invincibile. Volevo maturare, in fretta, sognavo un seno abbondante, un ventre comodo per i miei figli, non vedevo l'ora di provare l'ebrezza dell'amore, una parola sconosciuta, ma che sapevo rivelatrice di qualcosa di straordinario. Avevo dei pensieri naturali.
Quel pomeriggio il mio futuro era tutto lì, nella mia testa, nelle mie gambe, nelle mie mani. Posso ancora sentirne i profumi e i colori del giardino, il calore del sole, l'armonia del tutto, mentre capivo che il mondo era casa mia e che il mio corpo, vivo e forte, era mio compagno. Sarei stata una donna, felice di esserlo, anzi lo ero già e non mi serviva altro.
Non ho mai perso questo ricordo, ma sono stata brava a dimenticarlo quando è arrivato il momento dell’esplosione che mi ha colto impreparata e che ha trasformato ogni cosa, con un’intensità incontrollabile. Improvvisamente è stato tutto troppo: troppo femminile, troppo viscerale, troppo instabile, troppo passionale, troppo amorevole.
I dialoghi con la pancia hanno cominciato a confondersi, ad essere poco lucidi, non capivo più e così ho fatto la cosa più comoda: ho soffocato, controllato, contenuto. Il mio corpo ha cominciato a scollegarsi dalla natura, ad adattarsi all’estetica di un mondo asettico.Mi sono lasciata addomesticare.
Mi sono addormentata.
Ho sottovalutato il mondo degli adulti e mi sono lasciata convincere dalle loro contraddizioni, le paure, le insicurezze, gli stereotipi.
Qualcosa però ha tenuto in vita quell’energia viscerale e terrena, ed è stata la ciclicità del mio corpo. Una ciclicità che spaventa perché misteriosa e dirompente: fluidi, ormoni, vibrazioni, lacrime, sono gli attori folli della quotidianità femminile che spaventano e che per questo vengono controllati, equilibrati, anestetizzati. Ma la loro forza gli ha permesso di resistere e continuare a mormorare e a bisbigliare, irrequieti, per ricordarmi che erano lì, pronti ad esplodere nel momento in cui avessi voluto rinascere.
I dialoghi con la pancia hanno cominciato a confondersi, ad essere poco lucidi, non capivo più e così ho fatto la cosa più comoda: ho soffocato, controllato, contenuto. Il mio corpo ha cominciato a scollegarsi dalla natura, ad adattarsi all’estetica di un mondo asettico.Mi sono lasciata addomesticare.
Mi sono addormentata.
Ho sottovalutato il mondo degli adulti e mi sono lasciata convincere dalle loro contraddizioni, le paure, le insicurezze, gli stereotipi.
Qualcosa però ha tenuto in vita quell’energia viscerale e terrena, ed è stata la ciclicità del mio corpo. Una ciclicità che spaventa perché misteriosa e dirompente: fluidi, ormoni, vibrazioni, lacrime, sono gli attori folli della quotidianità femminile che spaventano e che per questo vengono controllati, equilibrati, anestetizzati. Ma la loro forza gli ha permesso di resistere e continuare a mormorare e a bisbigliare, irrequieti, per ricordarmi che erano lì, pronti ad esplodere nel momento in cui avessi voluto rinascere.
In questi giorni la Natura si sta risvegliando: i semi rompono la crosta della terra, indurita dall’inverno, le foglie bucano i tronchi e si affacciano fragili ma fortissime.
Anche la terra è ancora lì, sotto, tra le cose, anche tra l’asfalto e i palazzi. La sua rassicurante gravità è l’abbraccio che mi sorregge, da sempre. Non ha mai smesso infatti di accogliere i miei passi, di farmi cadere e anche di tenermi in equilibrio.
Avverto che la mia pancia è ancora viva, ha solo bisogno di ossigeno. I cicli continuano indisturbati a dare forza e follia alla mia quotidianità, a rendere espressivo il mio corpo.
Sento così che il mio essere donna possa, come le gemme degli alberi, spuntare a poco a poco, possa rompere le superfici dure di paure e sensi di colpa, possa, grazie a piccole effrazioni quotidiane, rifiorire.
Anche la terra è ancora lì, sotto, tra le cose, anche tra l’asfalto e i palazzi. La sua rassicurante gravità è l’abbraccio che mi sorregge, da sempre. Non ha mai smesso infatti di accogliere i miei passi, di farmi cadere e anche di tenermi in equilibrio.
Avverto che la mia pancia è ancora viva, ha solo bisogno di ossigeno. I cicli continuano indisturbati a dare forza e follia alla mia quotidianità, a rendere espressivo il mio corpo.
Sento così che il mio essere donna possa, come le gemme degli alberi, spuntare a poco a poco, possa rompere le superfici dure di paure e sensi di colpa, possa, grazie a piccole effrazioni quotidiane, rifiorire.
È arrivata la primavera e quella donna fertile, radicata e leggera, che desideravo essere da bambina,
è ancora in quel giardino.
È giunto il momento di tornare da lei e fidarsi dei suoi passi.
VUOI APPROFONDIRE IL TEMA TRATTATO?
Noi ci siamo lasciati ispirare da
Donne che corrono coi lupi
di Clarissa Pinkola Estés
Come nasce una donna?
O meglio: come si risveglia una donna?
O meglio: come si risveglia una donna?
È questo che insegna Clarissa nel suo libro, attingendo
alle fiabe e ai miti delle più diverse tradizioni culturali
per ricordare a tutte le donne la loro forza, arcaica,
istintuale e creatrice, rappresentata dall’ormai dimenticata,
ma sempre viva, Donna Selvaggia.
La scrittrice
CHIARA SONZOGNI
Osservatrice a ascoltatrice attenta, Chiara ha sempre amato le storie per la loro capacità di amplificare la realtà. Ha trovato nella scrittura il mezzo di espressione per eccellenza con cui conoscere il mondo e se stessa. È giornalista per la rivista di viaggio on line “viaggionelmondo” e caporedattrice del magazine NUUN | Stile Glocale..
L'artista
LUOGO COMUNE
Terminati gli studi presso l’ISIA di Urbino lavora come freelance con base a Bologna e collabora con diversi magazines italiani ed internazionali. È stato invitato a diversi streetart festival e residenze artistiche. La sua ricerca si focalizza sull’esplorazione del potere della comunicazione visiva con differenti medium, principalmente illustrazione e arte urbana.